Sono gli attacchi di panico a portare l’angoscia?

Se provate a chiedere a un individuo che soffre di attacchi di panico dell’angoscia, costui o costei vi dirà che l’angoscia è quella che viene scatenata dagli attacchi di panico, e che loro sentono angoscia a causa degli attacchi di panico. In realtà si tratta di un effetto paradosso, perché è pur vero che gli attacchi di panico rendono cosciente l’individuo dell’angoscia, ma questa doveva già essere presente, se non altro inconsciamente.

Questa inversione della causa e dell’effetto ha un riscontro molto importante sulla cura. In effetti è soprattutto questo singolo punto che divide le psicoterapie brevi dalle psicoterapie più classiche, prima fra tutte la psicoanalisi.

Secondo un punto di vista che possiamo definire psicoanalitico, infatti, ci sono dei motivi che fanno sì che un soggetto senta un quantitativo di angoscia e quando questa angoscia oltrepassa un certo limite, viene prodotto il sintomo. In questo contesto togliere il sintomo non equivale a guarire definitivamente, perché l’angoscia che ha portato al sintomo resta al suo posto anche senza di esso, e quindi prima o poi il sintomo viene prodotto nuovamente.

Il primo riscontro si ha quindi sulla clinica: per guarire il sintomo definitivamente occorre diminuire l’angoscia sottostante, e questo può avvenire solo intervenendo sulle cause che a loro volta causano l’angoscia. L’intervento, secondo l’ottica analitica, consiste nel soggetto che progressivamente sistema le sue caselle di senso, dando un ordine all’esperienza e ai significanti intorno a sé, cercando e creando un senso.

Solo in questo modo l’angoscia può ridursi e il sintomo, che ha un significato preciso, senza l’angoscia sottostante è più fragile, diventa sempre più sopportabile. Durante l’analisi arriva un certo punto in cui anche il significato del sintomo trova una collocazione nelle caselle del senso e, semplicemente, non più motivo di esistere.

Tutto questo non significa, naturalmente, che non ci sia anche una componente di apprendimento nel sintomo, soprattutto quando il sintomo in questione sono gli attacchi di panico.

3 commenti su “Sono gli attacchi di panico a portare l’angoscia?”

  1. Sapevo che erano solo sopiti, dentro di me..in un angolino della mia anima. Eccoli di nuovo…li riconosco, anche se sono passati quasi venti anni !

  2. In adolescenza ho avuto il piccolo male. Il mio neurologo mi prescrisse Keppra 500. Da qualche anno soffro di attacchi di panico, non diagnosticati dal neurologo, ma da me stessa. Ho tutti i sintomi elencati. Il neurologo insiste che sono attacchi di epilessia e tutte le volte che gliene ho parlato, ha aumentato il farmaco in virtù dei miei racconti. Nonostante io prenda 6 compresse al giorno, ho ancora questi attacchi. Oggi 4 già….. e sono legati alla fase mestruale o ovulatoria. Ovviamente ai controlli, non faccio più cenno ad essi, sennò divento una drogata…. e non voglio!!!!

  3. scusi, io ho sempre avuto la pressione medio-bassa, ora è un periodo che invece è alta. possono essere gli attacchi di panico, gravi o non, a portare la pressione arteriosa ad alzarsi? grazie mille, pè molto importante per me. cordiali saluti.

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